venerdì 2 ottobre 2009

DAMA DI LUCE

Quando arriva il mattino, puntualmente lei si fa avanti e torniamo a incontrarci. Il suo corpo filiforme e allungato si avvicina svelto e di nuovo mi abbraccia.
La dama di luce è nata sul fare dell’alba, molto tempo fa. Grazie a Ben, anche se lui non può saperlo.
Ogni sera si avvicinava alle imposte e le accostava pian piano, sia quelle lunghe in basso, sia quelle altre, più piccine ma protese verso il soffitto. Ben chiudeva e si metteva a dormire.

Finchè non ci sono state le tende gialle, quelle acquistate dal signore all’angolo in un pomeriggio d’estate, finchè quelle tende sono mancate, la dama di luce non si è mai fatta viva. Poi è arrivato il gran giorno.

Il sole è cascato nel cortile ed è rimbalzato sulle biciclette per infilarsi dentro casa. Ha cercato e trovato uno spiraglio tra le imposte e le stecche delle tende gialle. Così la fessura verticale lungo le imposte si è trasformata in un elegantissimo corpo tubolare su cui, inclinata, compariva (e compare) il volto brillante della signora con le sue braccia spalancate verso il giorno. Lo spazio orizzontale tra imposte basse e alte si è fatto d’improvviso acceso e la dama ha avvolto l’appartamento come non aveva mai fatto.

E’ parecchio ormai che ci conosciamo. Al mattino parliamo in silenzio, del passato mio e del non detto, della fantasia in fondo, perché la realtà arriva solo qualche minuto dopo la nostra conversazione.

La dama di luce mi ricorda chi sono, mi ricorda un balcone di tanti anni fa, mi ricorda un putto di pietra, mi ricorda che le cose passano e ritornano ma che mai le perdiamo davvero.

Ha il sapore del vento. So che un giorno scapperà via, magari al cambio delle tende. Eppure questo non cambia niente.

Io la vedo. L’ho mostrata a Ben. Anche lui l’ha vista. E ora, sono sicura, chiude le imposte con grande attenzione per non sciuparle il vestito.

Questa notte… altro letto, altra casa. Ma so che da qualche parte la dama di luce continuerà ad aspettarmi ed a essere bella come solo lei sa fare.

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