lunedì 6 maggio 2013

Edward Lear, The Life of a Wanderer


Edward Lear è un personaggio curioso e per certi versi misterioso. Di lui conosciamo anche dei dettagli spiazzanti, di quelli che quando li trovi segnati in una biografia strabuzzi gli occhi e concentri la memoria, sapendo che magari la data di nascita non la ricorderai (in questo caso parliamo del 1812) ma di certo non dimenticherai che Edward aveva 20 fratelli (venti), soffriva d'asma e di attacchi epilettici ed era piuttosto miope come mostrano gli occhialoni che indossa nelle immagini che lo ritraggono. 



Tra i punti sapidi della sua storia che mi piace ricordare, ci sono:

-il Libro dei Nonsense che racchiude i suoi limerick, affascinanti componimenti in rima dal contenuto umoristico e surreale che ispireranno lo stesso Rodari
-un rapporto strettissimo con il fidato amico felino, Floss
-una bella amicizia con il poeta Alfred Tennyson e con la moglie di lui, Emily
-la vicenda della sua doppia villa a Sanremo (vedere post precedente)

C'è poi in questo geniale autore, una passione per tutto ciò che esotico: dai pappagalli (protagonisti di molte delle sue illustrazioni) all'Italia di metà '800. Perché per chi approdava nello stivale per il Grand Tour, l'Italia era un luogo così: fatto di rovine, opere d'arte, paesani focosi, scorci praticamente medio orientali, profumi e sapori come sono forse oggi per noi quelli di Istanbul e dintorni.

E allora ecco che oltre l'Italia il nostro visita la Grecia, l'Albania, la Siria, la Palestina, l'Egitto. Fino a giungere nella fantasmagorica India.

Ah dimenticavo. Oltre che scrivere e disegnare e viaggiare, Edward è anche musicista autodidatta...
Foss di questo aspetto è particolarmente fiero.

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