venerdì 10 aprile 2015

Alla ricerca del tempo perduto. In quel di Sassostorno



Nonostante l'incidente all'occhio che mi ha resa simile a uno dei protagonisti di Walking Dead, per il lunedì di Pasquetta sono riuscita ad avventurarmi, con mia sorella Dedè e i pazienti RJ e Uzzo, alla scoperta di Sassostorno. O, come dice mamma, alla Ricerca del Mio Tempo Perduto. Grazie al fortunoso recupero dell'atto di nascita della mia bisnonna, infatti, ho cominciato a ricostruire la storia dei miei avi per capire come si siano incontrati, incrociati e intrecciati tanto da dar origine alla persona che sono oggi.  Tutto ebbe dunque inizio, almeno da parte della bisnonna materna, nelle terre di Lama Mocogno, comune in provincia di Modena a poca distanza dal Monte Cimone. Non molto lontano da Lama, nel delizioso paesino di Sassostorno, è nata Maria Pasquina Giovanna Bastagli, la mia bisnonna. Era l'una passata (ante meridiana) di lunedì 28 aprile 1884.














Vorrei però fare un passo indietro. E raccontare questa storia, per quel che ne ho scoperto sinora, a partire da Annunziata, la mamma di Pasquina. Ovverossia la mia trisnonna.

Annunziata Amidei nasce il 14 luglio 1846 e viene registrata nel Libro dei Nati e dei Battezzati della Parrocchia di Fiumalbo, un borgo dell’Appennino modenese poco lontano da Pavullo nel Fregnano. Ne vedete testimonianza nell'immagine qui sotto. Il suo cognome è molto comune a Fiumalbo, paese che possiamo immaginare (credo) come una sorta di famiglia allargata in una terra dove si coltivano ortaggi, frutta, uva da vino, cereali e foraggi. I genitori di Annunziata si chiamano Maddalena Lonzini e Luigi Amidei e sono entrambi residenti a Groppo, una frazione di Riolunato, lui pure comune della regione del Fregnano. Non so perché, ma nella mia immaginazione l'amore tra Maddalena e Luigi è appassionato e profondo. Sarà una sensazione, saranno i loro nomi... non so. Ma qui, insomma, la narrazione prende la piega del romanzo e si aprirebbe un capitolo intero. Quando la piccola Annunziata viene al mondo siamo in piena estate, stagione che in queste terre è caratterizzata da temperature calde che possono talvolta raggiungere i 30 gradi. Della famiglia della piccola fanno parte i fratelli Adamo e Michele e, se ancora in vita, i nonni paterni Lorenzo Amidei e Caterina Bartolotti e quelli materni Giovanni Lonzini e Barbara (dal cognome illeggibile negli atti).














A 21 anni Annunziata si sposa: è il 10 novembre del 1867 quando diventa la moglie di Giuseppe Grandi. Che però non è il mio trisnonno! Giuseppe è figlio di Gio Domenico di Castellino, un bracciante di Riolunato, e di Annunziata Ugolini, che fa la filatrice. Quando si sposa Annunziata va a vivere con il marito e i suoceri presso la cosiddetta Casa di Castaldo che si trova a Castellino, sempre nel territorio di Riolunato. Il 17 maggio 1868 nasce la prima figlia della coppia, Maria Domenica, che muore dopo solo 21 ore di vita. Il 9 luglio del 1869 nasce la figlia Domenica, che nel 1889 sposerà Zanelli Giuseppe Patrizio Annunziato. Passano altri due anni e il 23 aprile 1871 nasce infine Maria. Tre anni dopo il marito di Annunziata si ammala di vaiolo e muore a 36 anni in Casa di Castaldo a Castellino. E’ il 7 agosto 1874 e Annunziata, che non ha nemmeno 30 anni, rimane vedova. E qui capisco che dall'orrore del vaiolo possono nascere nuove famiglie e nuove storie. Quelle da cui, per l'appunto, derivo io.

Annunziata si risposa infatti con rito civile due anni dopo, il 29 settembre del 1876, andando a vivere a Sassostorno col nuovo marito, il mio trisnonno Giovanni Bastagli, che fa il contadino ed è figlio di Natale Bastagli (1791-1862) e di Celesta Bartolini, figlia di Bernardo Bartolini. Natale è a sua volta figlio di Giovanni Bastagli e di Maria Rietri.

Per oggi può bastare direi. Perché come avete visto siamo arrivati in pieno Settecento! Ovverossia: il papà e la mamma del mio trisavolo Natale sono nati e cresciuti in pieno Diciottesimo secolo. E sono brividi, non c'è che dire.

Mio padre mi ha chiesto qualche settimana fa: "Non sarebbe stato meglio chiedere qualcosa in più a nonna quando era in vita?". E ha pure ragione papà. Ma lo sappiamo: noi essere umani siamo sempre in ritardo. O almeno questo vale per me e per la mia storia.


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