domenica 12 aprile 2015

Tra Ponti del Diavolo, atti di povertà e ritrovamenti archeologici nel paese degli uccelli



                                                                         







Chi è dunque il nuovo marito di Annunziata?  
Giovanni Bastagli, come dicevamo qui, è un contadino. E' nato l'11 dicembre del 1835 da un possidente terriero di nome Natale e da sua moglie Celesta Bartolini e porta il nome del nonno paterno. Però, per quanto il padre risulti appunto possidente, quando sposa Annunziata, Giovanni è povero, anzi poverissimo. Per questo richiede ed ottiene un atto commovente che lascia parecchio da pensare a chi come noi vive in un benessere per lo più dato per scontato. E' il certificato di povertà che vedete qui sopra. Il 23 luglio del 1876 tale Zanotto, sindaco di Lama Mocogno, certifica -come da regio decreto del settembre di due anni prima- che Giovanni e Annunziata sono "persone povere perché nulla tenenti". Proprio per questo hanno diritto a ricevere su carta libera e senza alcun costo i rispettivi certificati di nascita e di vedovanza acclusi al loro atto di matrimonio e indispensabili per sposarsi con rito civile, essendosi a suo tempo già entrambi sposati in chiesa.






Giovanni è infatti rimasto vedovo ormai da tre anni. La sua prima moglie, Rosa Busi, 37enne, è morta l’8 aprile del 1873, undici anni dopo la morte del mio avo Natale. Con Rosa, Giovanni ha avuto almeno 3 figli: Michele nato nel 1864 e morto l’anno seguente; Catterina Maria Domenica, nata il 13 marzo 1870 e morta a soli 20 mesi; Leonida Natale Antonio, nato il 7 luglio 1872. Già allora, ai tempi della prima sposa, la vita di Giovanni si divide tra Sassostorno e la Sardegna. Sull'isola, infatti, Giovanni si trasferisce ogni anno appena terminati i lavori nei campi modenesi. Proprio per questa ragione non è quasi mai lui a recarsi al Comune di Lama Mocogno a registrare la nascita dei figli come vorrebbe la consuetudine. Prima del matrimonio con rito civile con Annunziata, però, l'allora vedovo Giovanni si reca per una volta di persona a Lama. E' il 16 luglio 1876 e Giovanni deve registrare la figlia Catterina Rosa. Ma chi è la mamma della bambina? I documenti dicono che si tratta di donna nubile che non ha legami di parentela con lui. E ancora dicono, in una nota a margine, che il 18 ottobre di quello stesso anno Annunziata riconoscerà come sua la bimba. Ma è davvero lei la sua mamma? Non lo sappiamo. Non sappiamo se Catterina sia il frutto di un altro amore di Giovanni o se abbia un papà e una mamma diversi (poco dopo aver scritto questo pezzo ho rinvenuto in questo atto di matrimonio la dichiarazione di Annunziata che sostiene che la figlia sia sua). Comunque sia Annunziata la riconosce e la cresce come figlia sua assieme agli altri figli: Adamo Antonio Pellegrino (nato il 12 gennaio 1878), Luigia (nata il 27 marzo del 1882), Maria Pasquina Giovanna (la mia bisnonna, nata il 28 aprile 1884) e Natale (nato il 16 luglio 1886). Con loro vivono forse i figli dei precedenti matrimoni di Giovanni e Annunziata, rispettivamente Leonida Natale Antonio, Domenica e Maria Grandi. Se così fosse al n. 58 di Sassostorno, in località detta Ca' Malgari, la famiglia è parecchio numerosa e composta da una decina di persone. E sicuramente la vita per loro non è facile. Gli anni che hanno preceduto la nascita di Luigia sono stati  infatti particolarmente inclementi dal punto di vista atmosferico con inverni rigidi e piogge abbondanti capaci di danneggiare il raccolto e i filari d'uva, come racconta la relazione del prefetto di Modena del 1879.










Vorrei fare però una sintetica digressione sulla storia di questo delizioso paese. Il nome di Sassostorno deriva quasi sicuramente dalla presenza di stormi di uccelli che sono soliti nidificare negli anfratti rocciosi presenti sul territorio. Nell'Ottocento dei nostri protagonisti, dunque, il paese degli uccelli fa capo al Comune di Lama Mocogno e trova il suo nucleo rurale nella cosiddetta Ca' di Malgari e nella piazza della chiesa di San Michele, fondata tra il 1100 e il 1200. Sul territorio rimane oggi anche la cosiddetta Torraccia, che forse faceva parte di un castelletto dei marchesi locali, la famiglia Tacoli. Nel 1878, anno in cui nasce il mio prozio Adamo Antonio Pellegrino, sui monti di Sassostorno viene ritrovato un sepolcro, probabilmente di epoca romana, contenente un cadavere carbonizzato, fibule e altri oggetti preziosi. Lo svelerà in maggio il Marchese Ferdinando Caleri Cesi all’avvocato Pietro Bartolotti come da indicazioni della Gazzetta Ufficiale di quell’anno che vedete qui sopra. Chissà se qualcuno dei miei prozii, curiosi come me, è andato a sbirciare cosa accadeva sui monti quando vi si aggiravano tutti quegli aspiranti archeologi...


Lama Mocogno comunque non è lontana ed è un centro fondamentale per il commercio del modenese, soprattutto da quando, nel Settecento, sono state realizzate la Via Giardini, che oggi è niente poco di meno della Strada Statale 12 che collega l'Abetone al Brennero, e la Via Vandelli che conduce ai boschi del Ponte d'Ercole noto anche come... Ponte del Diavolo. Il Ponte del Diavolo è un impressionante monolite naturale a forma di arco che, secondo la leggenda, fu dimenticato in questo luogo dal Diavolo distratto dalla danza di un gruppo di streghe. Anche qui le testimonianze archeologiche sono numerose e attestano una frequentazione millenaria, probabilmente legata alle sorgenti d'acqua che caratterizzano il territorio.

Un tocco di mistero nella storia dei bisnonni di ognuno di noi non dovrebbe proprio mai mancare. Lieta dunque di averlo scovato anche nella mia, perché ora posso immaginare le sere d'inverno della bisnonna punteggiate da leggende su streghe, diavoli e mastodontici ponti!






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